da repubblica.it Giovedì, 24 Agosto 2006
La scuola a caro prezzo si combatte al supermarket
ROMA - Ancora una ventina di giorni di vacanza e poi per quasi 8 milioni di studenti - secondo una prima ricognizione 7.736.000, 21 mila in più dello scorso anno - suonerà la campanella d'inizio anno scolastico. Intanto, mentre i Csa (ex provveditorati agli studi) provvedono alla nomina dei supplenti le associazioni dei consumatori, come ogni anno, lanciano l'allarme sul caro-libri.
I primi a tornare in classe, lunedì 11 settembre, saranno i ragazzi di Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Molise, Piemonte Veneto e provincia autonoma di Bolzano. Il giorno successivo toccherà agli alunni abruzzesi e il 13 sarà la volta degli studenti di Trento. Il 14 si aggiungerà il nutrito gruppo di Basilicata, Lazio, Liguria, Marche, Sardegna, Toscana, Umbria e Valle d'Aosta mentre il 18 toccherà agli scolari di Calabria, Campania, Puglia. Gli ultimi a riprendere in mano i libri - il 19 settembre - saranno i giovani dell'Emilia Romagna.
Caro-corredo - Come ogni anno in vista della riapertura delle scuole scatta l'allarme rincari. Quest'anno una famiglia media spenderà circa 350 euro per acquistare ai propri figli il kit scolastico d'ordinanza, 18 euro in più (+5,4%) rispetto al 2005. La stima arriva dal Codacons che, come di consueto, ha svolto una indagine presso la grande distribuzione e i negozi specializzati delle principali città italiane per testare i prezzi di zaini, astucci, diari, quaderni ecc. E la spesa per far studiare i figli non si ferma qui: per i libri di testo una famiglia media spenderà intorno ai 300 euro. Nonostante i "tetti" stabiliti dal ministero, il Codacons stima per il settore incrementi medi del 5%. E arrivano anche i consigli della Fedreconsumatori che invita ad acquistare astucci, quaterni e matite a non solo, al supermarket. Il rischio, spiega l'associazione per la difesa dei consumatori, si cela dietro la moda rilanciata in questi giorni dalle reti televisive, in particolare quelle dedicate ai ragazzi, stanno pubblicizzando frequentemente articoli scolastici legati ai personaggi dei cartoni animati o delle bambole famose condizionando così sempre più non solo i bambini ma anche i genitori.
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