Mais que diable allait-il faire dans cette galère? Molière

venerdì, gennaio 19, 2007

razze pericolose

Per il ministero della salute 17 razze canine sono socialmente pericolose: perchè pit-bull ed altri cani azzannano, mordono ecc... alcune norme, per la verità, sono lodevoli (es: proibito l'uso del collare elettrico, che stringe il collo del cane se abbaia...) ma un dubbio mi attanaglia:
pensando ai combattimenti clandestini tra cani, alla vivisezione (pratica inutile quanto scellerata), ai cani abbandonati in autostrada, ai canili-lager, agli allevamenti in cui galline ecc vivono stipate all'inverosimile, senza mai aver visto la luce del sole e spesso senza mai aver camminato, ai cerchi, agli zoo, ai bambini rompicoglioni che tormentano gli animali, non è che l'unica razza veramente pericolosa sulla terra è quella umana?
In fin dei conti ha ragione l'agente Smith di Matrix: gli umani sono un virus, che distrugge e deturpa ciò con cui vengono a contatto!

lunedì, gennaio 15, 2007

Chi è più di sinistra?

Francesco Giavazzi Corriere della Sera 15-01-2007
Da qualche mese in alcuni supermercati giovani farmacisti vendono medicinali a un prezzo inferiore del 20-30% ai prezzi delle vecchie farmacie di città. Chi è più di sinistra? Chi liberalizza commercio e professioni, o chi consente che le farmacie, così come gli studi notarili, si tramandino di padre in figlio?
All'università di Lecce il numero dei dipendenti addetti a mansioni tecniche e amministrative supera il numero degli insegnanti (non è sorprendente dato che lo statuto dell'università prevede che il personale amministrativo abbia il 20% dei voti nell'elezione del rettore). Avendo bruciato tutte le risorse in una dissennata politica di assunzioni, il rettore è stato costretto a sospendere il riscaldamento (nelle aule, non certo negli uffici amministrativi, dove il riscaldamento funziona anche il pomeriggio, quando le stanze sono deserte). Pochi in città sembrano preoccupati dello stato della loro università: i figli della buona borghesia salentina studiano a Bologna, a Torino, a Milano. All'università di Lecce sono rimasti i figli di chi non può permettersi di mandarli al Nord. Chi è più di sinistra? Chi vuole riformare l'università, oppure chi nella Finanziaria ha imposto di stanziare più fondi per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici? In Danimarca prima dell'intervento di varie forme di assistenza pubblica, le famiglie a rischio di povertà sono 32 su 100: l'intervento dello Stato le riduce a 12. Cioè il welfare danese riesce a spostare 20 di quelle 32 famiglie fuori dall'area a rischio. In Italia le famiglie vicine alla soglia di povertà sono 22, ma lo Stato riesce ad aiutarne solo 3. Chi è più di sinistra? Chi vuole riformare alle radici il nostro sistema di welfare, nell'interesse dei poveri e dei giovani, oppure chi pensa che la riforma delle pensioni non sia urgente e difende i fortunati che hanno un lavoro a tempo indeterminato e vanno in pensione prima dei sessant'anni?
Concorrenza, riforme, merito dovrebbero essere le bandiere della sinistra radicale; questa invece, opponendosi alle riforme, finisce per difendere i privilegi. Non mi stupisce che il governo di centrodestra non abbia varato una sola liberalizzazione, né inciso su alcun privilegio: era stato eletto per conservare lo status quo e lo ha fatto. Ma non comprendo come lo stesso possa avvenire con un esecutivo di centrosinistra. Una società in cui c'è scarsa concorrenza, in cui nell'impiego pubblico (oltre il 10% di tutti i posti di lavoro) si fa carriera per anzianità e non per merito, è una società in cui il futuro finisce per essere determinato dal censo: proprio ciò contro cui si batte la sinistra. Alcuni (ad esempio Barbara Spinelli su La Stampa) pensano che a Caserta riformatori e liberalizzatori abbiano fallito perché chiedevano all'ala sinistra del governo di rinnegare la propria storia. E' esattamente il contrario: hanno fallito perché non sono stati capaci di spiegare che le riforme sono «di sinistra» e la conservazione dei privilegi «di destra».

Riabilitata da Fioroni un'altra norma introdotta dalla Moratti

15 gennaio 2007 - tecnicadellascuola.it
Scuole come Fondazioni: è l'idea che Fioroni lancia dal vertice di Caserta; e non solo: i rappresentanti del mondo delle imprese, della formazione professionale e degli Enti Locali potranno far parte degli organismi scolastici; esattamente come previsto dall'art. 1 (comma 15) del decreto 226.di Reginaldo Palermo
La scuola entra di nuovo nell’agenda del Governo: al summit di Caserta il Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni presenta una proposta che nell’arco di un paio di anni dovrebbe cambiare il volto del sistema scolastico del Paese.
Scuole trasformate in Fondazioni o meglio riscrittura del regolamento di contabilità in modo da consentire alle Istituzioni scolastiche di avere gli stessi vantaggi fiscali di cui godono ora le Fondazioni.
In pratica questo significherebbe che i privati che offrono contributi alle scuole potrebbero dedurre l’importo del contributo dal reddito imponibile.A parte il fatto che una norma di questo genere dovrebbe stare dentro una legge finanziaria, l’idea sembra interessante a molti (Andrea Ranieri, responsabile scuola dei DS, e Albertina Soliani, senatrice della Margherita, si sono già espressi a favore) ma raccoglie anche altrettanti veti (Pietro Folena di Rifondazione, presidente della Commissione Istruzione della Camera, teme che questa sia esattamente la strada per arrivare alla privatizzazione della scuola pubblica e per trasformare definitivamente la scuola in una azienda).
Mosso dall’entusiasmo della singolare idea, il Ministro Fioroni si lascia prendere un po’ la mano affermando che "la recente legge finanziaria prevede l'autonomia finanziaria delle scuole", mentre, come è noto, l’autonomia finanziaria esiste già dal 2001.
Ma Fioroni tenta di andare anche oltre suggerendo la possibilità che i Consigli di Istituto nominino al proprio interno un comitato esecutivo che affianchi il dirigente scolastico nella gestione dei fondi; non solo: secondo il Ministro sarà possibile che di tali Comitati facciano parte rappresentanti delle autonomie locali, del mondo dell'impresa e del terzo settore.
(...)
Dopo la conferma dei percorsi sperimentali triennali da realizzarsi in collaborazione con il sistema di formazione professionale delle Regioni richiamata nella recente circolare sulle iscrizioni per il 2007/2008, un altro aspetto importante della Riforma Moratti viene così "riabilitato" dal ministro Fioroni.
E c’è da credere che le proteste della sinistra radicale e di Cgil-Flc non avranno molto peso: fino a questo momento, infatti, Fioroni è andato avanti con operazioni di aggiustamento molto modeste rispetto all’impianto morattiano, in qualche caso ha addirittura confermato pezzi significativi dell’impianto precedente, incurante delle critiche provenienti dalla stessa maggioranza o dalle forze sindacali che hanno apertamente sostenuto l’Unione nel corso della campagna elettorale
(aggiungo: e degli elettori che magari hanno votato sinistra pensando che una priorità della scuola fosse modificare l'impianto della riforma Moratti....)

giovedì, gennaio 11, 2007

Il fatto non sussiste


Assolti, perchè il fatto non sussiste.
No comment.









I generali dell'aeronautica si rallegrano della sentenza della Cassazione che li assolve perché «il fatto non sussiste»? Ma di che fatto parliamo? Che il Dc9 sia stato abbattuto durante un’azione di guerra non dichiarata è ormai una verità storica. L’unico fatto che non sussiste dunque è la consapevolezza dei nostri militari, ignari, evidentemente, di cosa stesse accadendo nei cieli italiani quel 27 giugno del 1980. E ne vanno fieri? Si rallegrano di non aver capito niente?». Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime di Ustica, 61 anni di cui 26 trascorsi alla ricerca della verità sulla strage che le portò via il fratello maggiore, è abituata a fare domande più che a riceverne. In oltre un quarto di secolo ha ottenuto molte risposte, ma non le basta.

Gae victis!!

Le graduatorie Permanenti -GP- dall'anno prossimo dovrebbe cambiare denominazione, divenendo Graduatorie ad esaurimento -GAE- o meglio ancora, Graduatorie da esaurimento (nervoso).
Vi invito a leggere l'articolo seguente, che illustra quelle che dovrebbero essere le novità per la gestione delle supplenze temporanee (quelle dalle G.Istituto) per l'a.s. prossimo...anche se tutti noi ci auguriamo di uscire dal tunnel delle supplenze brevi o saltuarie per inserirci in quello delle supplenze annuali...
Il Messaggero Veneto
Convocazioni via telefonino: escluso chi l’ha spento Le nuove regole mettono in fibrillazione i candidati
Supplenze definite via cellulare dall'anno scolastico 2007-2008 e addio a fonogrammi o telegrammi di convocazione per mille docenti precari: meno spese postali, per le segreterie scolastiche, da questo settembre. Parola di viale Trastevere e chi non risponde alla chiamata, perderà la supplenza breve. Deve restare reperibile 24 ore su 24 il popolo dei supplenti, altrimenti addio cattedra. Scongiuri sul black-out del telefonino scarico, da evitare come peste bubbonica le zone dove non c'è campo (come i tunnel autostradali o garage sotterranei) e giro di vite sui costi delle bollette per le 49 scuole provinciali. Addio all'odissea della caccia a vuoto per le sostituzioni di pochi giorni nelle primarie: anno nuovo e buoni propositi di risparmio sulle linee del telefono, dicono dalla Minerva romana.
«Le nuove regole sulle nomine dei supplenti cominceranno in via sperimentale forse da gennaio in scuole-pilota scelte dal ministero - anticipano dal palazzo dell'Istruzione -. Da settembre, poi, le chiamate delle scuole al cellulare degli aspiranti sostituiranno i telegrammi e chi non accetta l'incarico sarà penalizzato, con arretramento in graduatoria. Il nuovo regolamento sarà emanato dopo il confronto con i sindacati».
Guai a chiudere il cellulare: chi rinuncerà a una supplenza o manca alla convocazione, farà il “pit-stop” per un anno in coda all'elenco dei precari (“Per le supplenze oltre i 30 giorni rimarrà la comunicazione cartacea” rassicurano da Cisl scuola), oppure escluso. Probabile anche una contrazione nel numero delle scuole scelte per le supplenze. «Dalle attuali 30 a 20 - secondo fonti sindacali che usano il condizionale - e 5 per supplenze non superiori a 15 giorni».
«Confronto aperto sulle nuove regole per le supplenze - sono possibilisti i sindacati confederali della scuola -, ma ragioniamo anche su incarichi pluriennali. Contratti di supplenza su 2 o 3 anni sarebbero la giusta prospettiva per superare, a piccoli passi, la piaga annosa del precariato che in provincia di Pordenone conta mille supplenti abilitati e altri mille nel girone delle supplenze brevi».
Per loro, in arrivo l'obbligo di residenza. Salvati per il rotto della cuffia dall'estinzione delle graduatorie permanenti provinciali, trasformate in graduatorie a esaurimento (Gae, nell'acrostico burocratico), finiscono castigati dal nuovo regolamento in cantiere. «Servirà la residenza nella provincia prescelta per inserirsi nelle graduatorie di istituto - anticipa il nuovo codice il segretario provinciale cislino Marisa Susanna ai supplenti che arrivano da Centro-sud e dalle Isole nel Nordest -. Con l'obbligo della reperibilità, per garantire la presenza a scuola nello stesso giorno della chiamata: a tutela del diritto allo studio dell'utenza».